Lara, nel tuo libro “Vetriolo” si parla di omicidi misteriosi. Ci hai confidato che ti piace scovare e ricostruire vicende inspiegabili ricercando negli archivi documentazione di antichi processi. C’è qualcosa di “misterioso” nella tua vita che vuoi svelarci? Raccontaci qualcosa di te.

Il mistero mi ha sempre affascinato, fin da piccola con i gialli presentati da Hitchcock. Alll’Università ho approfondito lo studio della giustizia criminale della Serenissima nel Cinque e Seicento: materiale di lavoro erano processi penali, gialli in piena regola studiando i quali sentivi la necessità di scoprire il colpevole!

Di misterioso c’è parecchio anche nella mia vita: ho una madre che si definisce sensitiva, e una nonna materna che faceva spesso sogni premonitori; proprio di recente ho indagato, come in un giallo, su un figlio segreto dei miei nonni materni del quale non si è mai saputo nulla fino a pochi anni fa, quando ne è stata scoperta la tomba. Tanto mi ha affascinato questa storia che ho deciso di trarne spunto per il nuovo giallo che sto scrivendo.

Oltre ai romanzi, scrivi per diversi blog. Quanto è importante per te scrivere? Quando e come hai scoperto la tua passione per la scrittura? Hai qualche rituale a cui non riesci a rinunciare quando scrivi un romanzo?

Scrivere è una necessità! Potrà sembrare banale dirlo, ma è la verità mia e di molti scrittori. Ho iniziato a scrivere nel periodo delle scuole medie, tra i dodici e i tredici anni: mi era piaciuta tantissimo la storia di Heidi, e tentai di scrivere una storia simile! Da quel momento non ho più smesso.

Scrivere è per me anche una necessità di verità: mi dedico infatti preferibilmente alla storia degli ultimi, donne e bambini, e scrivere di loro è come riportarli alla vita tentando di risarcire le loro sofferenze e le ingiustizie subite, raccontando la Storia dalla loro parte, per quanto possibile. Scrivere i gialli invece è divertimento puro, una continua sfida con la trama che alle volte si sviluppa da sola prendendo il sopravvento su ciò che avevo stabilito all’inizio del progetto.

Rituali? No, non ne ho. Quando ho ben chiari in testa argomento e trama inizio a scrivere e basta, preferibilmente di pomeriggio e mattina presto, mai di notte.

C’è un autore che ispira il tuo modo di scrivere? Se si, quali sono gli elementi fondamentali che hai appreso dalle sue opere?

In realtà non c’è un solo autore, ce ne sono molti in base al genere. Per quanto riguarda il giallo / noir parto dalla base e cioè da Agatha Christie: adoro il personaggio di Poirot, ma in generale adoro, leggo e rileggo spesso tutti i suoi libri studiando le trame perfette. Amo molto due autori americani, Robert Harris e Mary Higgins Clark, così come gli autori inglesi e americani in generale per la scrittura semplice e diretta e le trame interessanti. Infine c’è solo un autore italiano di gialli che mi piace, Umberto Matino che ambienta in suoi libri nel mio Veneto, scrive benissimo e riesce sempre a condurti al colpo di scena finale senza che tu te ne accorga quasi. E proprio questo ho cercato di creare nella trama di Vetriolo.

In Vetriolo racconti la storia di una giornalista, Anna, che scopre, involontariamente, una serie di casi irrisolti avvenuti in un hotel in disuso di un piccolo paese di montagna. Cosa c’è di vero in questa storia?

La trama di Vetriolo prende spunto da un fatto realmente accaduto nel paese di Vetriolo, vicino a Levico nel 1946, quando il giovane ventenne Aldo Garollo massacrò il padre, la madre, i due più cari amici e la loro madre. La strage interessò la cronaca nera italiana per molti anni, senza che si riuscisse a capire il movente e a dare risposte convincenti. Ancora oggi la vicenda è avvolta nel mistero.

Leggendo la sinossi del tuo romanzo, notiamo che l’atmosfera che si respira in Vetriolo è estremamente coinvolgente; come l’hai creata? Ti va di raccontarci di più a tal proposito?

Vetriolo è il mio primo vero romanzo giallo/noir e per l’atmosfera mi sono ispirata a Shining, per quanto strano possa sembrare, oltre che ai Delitti di Alleghe di Saviane. Ho tentato di ricreare il ritmo narrativo che lo scrittore americano Harris ha impresso al suo bellissimo giallo The Ghost Writer. Insomma è stata una continua sperimentazione!

È stato difficile per te trovare una casa editrice interessata a pubblicare il tuo libro? Hai qualche consiglio per i giovani aspiranti scrittori che non sanno a chirivolgersi per pubblicare il loro primo libro?

Sì è stato difficile, soprattutto orientarsi verso case editrici serie, non a pagamento e che leggono davvero con serietà il manoscritto inviato. Consigli? Il primo e forse il più importante: mai pagare per essere pubblicati. Il secondo: cercare di individuare la casa editrice più adatta al proprio genere e accettare critiche e suggerimenti rivedendo più volte il testo. Il terzo: munirsi della pazienza di Giobbe.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Attualmente sto scrivendo il mio secondo giallo che sarà molto, molto diverso da Vetriolo. Una nuova sperimentazione, un’avventura nel paranormale. E poi un saggio storico che ha come protagonista un medico ottocentesco.